Condannati cinque carabinieri della caserma Levante di Piacenza al centro dell’inchiesta che un anno fa sconvolse la città e l’intera opinione pubblica: sono accusati a vario titolo di numerosi reati, dallo spaccio di droga al reato di falso, dalle lesioni alla tortura.
La sentenza è stata pronunciata in Tribunale dal Gup Fiammetta Modica al termine del processo con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena: dodici anni di reclusione per Giuseppe Montella, l’appuntato considerato il leader del gruppo al quale vengono contestati 58 capi di imputazione (la Procura aveva chiesto 16 anni, 1 mese e 10 giorni), 8 anni all’appuntato Salvatore Cappellano (14 anni, 5 mesi e 10 giorni la richiesta), sei all’appuntato Giacomo Falanga (l’accusa aveva chiesto 13 anni), tre anni e quattro mesi al carabiniere Daniele Spagnolo (7 anni e 8 mesi la richiesta), quattro all’ex comandante di stazione Marco Orlando, per il quale la Procura aveva chiesto 5 anni. Un sesto carabiniere, Angelo Esposito, ha invece scelto il rito ordinario.
L’operazione “Odysséus”, scattata il 22 luglio del 2020 e condotta dalla Procura, aveva portato all’arresto dei sei militari dell’Arma, con la caserma di via Caccialupo a Piacenza (primo caso in Italia) posta sotto sequestro. Per il Procuratore Grazia Pradella, come dichiarato all’AdnKronos “l’impianto accusatorio ha retto in pieno”. Pradella aveva definito i carabinieri imputati “traditori dello Stato”, parlando di “fatti di eccezionale gravità”, che hanno coinvolto “un’intera caserma e offendono i carabinieri che lavorano in silenzio e con spirito servizio. Da loro dipende la nostra sicurezza come magistrati e per questo abbiamo mostrato la nostra emozione”. Il pm Antonio Colonna aveva invece espresso “sdegno verso chi dovrebbe proteggere e diventa aguzzino”.
Giuseppe Montella, ritenuto la figura chiave del gruppo e per il quale il tribunale della libertà di Bologna ha disposto nei giorni scorsi i domiciliari, in una delle ultime udienze, rendendo spontanee dichiarazioni, ha negato le accuse di torture e estorsioni. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.
Questo post è stato pubblicato da Piacenza Sera