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sabato, Giugno 3, 2023

Donne e lavoro, occupazione sotto i livelli pre-Covid. Il divario di genere cresce del 18%

Aumenta in provincia di Piacenza il divario di genere nel mondo del lavoro. E’ quanto rileva un’analisi effettuata da Regione Emilia Romagna e Agenzia Regionale del lavoro. Nel piacentino la contrazione dell’occupazione evidenziata nei dati Istat della Rilevazione delle forze di lavoro (dato medio annuo) nel 2020 è dovuta esclusivamente alla componente femminile, che è invece stazionaria nel 2021 e nel 2022; la leggera diminuzione dell’occupazione maschile registrata invece nel 2021 è stata recuperata nel 2022. Il tasso di occupazione provinciale riferito alla popolazione di 15-64 anni è cresciuto tra il 2020 e il 2021 solo per la componente femminile, ma non ha ancora recuperato i livelli pre-Covid, raggiunti invece nel 2022 dalla sola componente maschile. Il divario di genere, misurato dalla differenza tra il tasso maschile e quello femminile, è aumentato nel periodo dal -14,0 del 2019 al -17,8 del 2022.

I dati della nuova rilevazione sulle forze di lavoro condotta da Istat (dato medio annuo) evidenziano a Piacenza una crescita delle persone in cerca di occupazione nel 2022 (da 8mila a 9mila unità complessivamente): maturata più recentemente per la componente maschile (da 3mila a 4mila unità nell’ultimo anno) e incorporata già nel 2021 da quella femminile (da 4mila a 5mila unità). Nell’anno della pandemia è cresciuta in modo significativo anche la componente inattiva della popolazione: in provincia di Piacenza gli inattivi nel 2020 sono aumentati di 3mila unità, tutte a carico della componente femminile della popolazione e non interamente recuperate negli anni successivi. Molto pesanti le ricadute nell’area del lavoro autonomo nel piacentino, in regione e nel Paese in questi ultimi anni. Tra il 2018 e il 2022 in provincia di Piacenza la componente indipendente dell’occupazione ha perso 5mila unità

Per quanto riguarda le attivazioni dei rapporti di lavoro dipendenti, l’aggiornamento dei dati al 31 dicembre 2022 evidenzia nella nostra provincia un certo rallentamento, in particolare nei due trimestri centrali (-3,2%, -7,6% rispettivamente nel secondo e nel terzo trimestre). Nonostante questo, il saldo tra attivazioni e cessazioni nel 2022 è stato comunque positivo (+1.047 unità) e per la maggior parte acquisito all’inizio e alla fine dell’anno (+493 e +879 unità, rispettivamente nel primo e nel quarto trimestre). Dopo un 2021 di decisa crescita sia a Piacenza che in regione, il 2022 si chiude con una sostanziale stazionarietà per l’occupazione dipendente femminile a livello provinciale (9 unità in meno come saldo). La crisi del 2008-2009 aveva prodotto conseguenze più gravi sul versante maschile dell’occupazione dipendente che su quello femminile; la lunga risalita delle posizioni dipendenti iniziata nel 2014 è stata invece più accentuata per la componente maschile.

La corposa crescita occupazione del 2021 a Piacenza, come nel resto della regione, si è basata in particolare sull’incremento delle posizioni dipendenti a tempo determinato (+2.356 unità) e su quella, più contenuta, del lavoro a tempo indeterminato (+577 unità, di cui 566 relative alla componente femminile). Nel 2022 invece, sono tornate a crescere in misura più consistente le posizioni dipendenti a tempo indeterminato (+2.645 unità secondo le stime più aggiornate, nel 35% dei casi ascrivibili alle donne) a scapito del lavoro a tempo determinato (-1.988 unità, nel 56% dei casi a danno della componente femminile)

CASSA INTEGRAZIONI GUADAGNI – Sia a livello regionale che in provincia di Piacenza, nei dodici mesi del 2020, il numero di ore di CIG complessivamente autorizzate ha raggiunto il valore più alto di sempre: 294,7 milioni di ore in regione, 14,9 milioni in provincia (pari al 5,0% del totale regionale). Ancora elevato ma notevolmente ridimensionato il numero di ore autorizzate nel 2022 (0,9 milioni) rispetto al 2019.

Questo post è stato pubblicato da Piacenza Sera

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