Dai non-luoghi urbani a una dimensione quasi bucolica per scoprire il mistero di questa chiesa, che sta tutto nella sua storia e anche un po’ nelle sue dimensioni.
È un monumento interessante, fotogenico (a chi scatta la scelta se preferire la foschia del mattino, sole pieno o i colori dell’autunno) come le zone umide lì vicino: San Giorgio è nel Parco Regionale del Delta del Po, vicino alle Valli di Argenta.

È la chiesa più antica della provincia di Ferrara, fondata nel 569, con un portale del 1122 su cui Giovanni da Modigliana ha scolpito le figure dei mesi e il martirio di San Giorgio.
Piccola, si diceva, ad aula unica e proprio per questo in apparenza poco adatta al titolo di Pieve. Ma ai fotografi, che sono buoni osservatori, non possono sfuggire le strane arcate alla base dell’edificio, che svelano come le navate laterali, del XII secolo, si trovino “sottoterra”.
Le ragioni della “scomparsa”? La chiesa si trova dall’altro lato del fiume rispetto al centro abitato di Argenta, è “scomoda” e il sito viene abbandonato. I depositi dovuti alle piene del fiume fanno innalzare il suolo, così il pavimento originale viene a trovarsi una profondità di oltre 3,5 metri dal livello di calpestio attuale.
Proprio come in un iceberg, della costruzione emerge solo la parte più alta, il “secondo piano” potremmo dire; il resto, indagato archeologicamente, non è visibile in loco, ma mosaici e affreschi sono al Museo Civico di Argenta.
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