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giovedì, Marzo 30, 2023

L’Appennino Festival tra parmense e Lunigiana, tre concerti dal 6 all’8 agosto

L’Appennino Festival fa tappa nel Parmense e nella Lunigiana. Il 6, il 7 e l’8 agosto, infatti, la manifestazione dedicata alla valorizzazione dei repertori culturali e musicali dell’Appennino emiliano mette in calendario tre concerti dedicati ai repertori colti e popolari dell’Appennino nord-occidentale.

Venerdì 6 a San Pietro di Valvona (Borgotaro), una piccola valle attraversata dai pellegrini della via Francigena, alle 18.30 è in programma “Al suono della ghironda”: il concerto sarà incentrato sull’esecuzione di musica e canti di menestrelli, pellegrini e musicisti erranti e vedrà protagonisti il bravissimo ghirondista Paolo Simonazzi, qui anche alle prese con la piva emiliana, e il gruppo vocale “Le Rose e le Viole”. È un viaggio, questo, che dalle corti rurali della pianura si dirige verso le valli appenniniche, seguendo il percorso della Via Francigena con le sue varianti per proporre repertori che spaziano dal tardo medioevo al rinascimento, senza dimenticare le tradizioni popolari dell’Appennino emiliano.

Sabato 7 agosto invece il Festival approderà a Pontremoli: il suggestivo scenario del giardino di Villa La Cartiera alle 21.30 farà da sfondo a un concerto allusivamente intitolato “The last rose of summer” che vedrà esibirsi Sara Pavesi all’arpa anglica. Nel corso della serata verranno anche presentati alcuni brani del repertorio sacro legati alla simbologia della rosa e attestati nell’antico Antifonario di Bobbio, oltre a una serie di ballate d’amore e di viaggio. Per l’occasione è anche possibile partecipare alle visite guidate al centro storico di Pontremoli e alla mostra “Oscillazioni” a cura di “Sigeric” (info al numero 331.8866241).

Infine domenica 8 agosto, a Bardi alle 21.30, arriverà “Musica al castello”: i canti legati alle feste sacre e profane del mondo rurale risuoneranno nel concerto che vedrà protagonisti Fabio Paveto (piffero, musa e flauto), Franco Guglielmetti (fisarmonica), Nicola Rulli (voce, mandola e chitarra). Gli antichi strumenti dell’Appennino occidentale saranno i veri protagonisti del concerto, che vedrà risuonare il timbro boschivo dell’oboe popolare chiamato piffero e ancora oggi utilizzato nel repertorio di danza, in dialogo con la mandola, la fisarmonica, la chitarra e la voce.

Questo post è stato pubblicato da Piacenza Sera

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