Percorrendo la Via Emilia, in direzione mare, svoltando per Ozzano dell’Emilia, si salgono le dolci colline nel Comune di Castel San Pietro Terme.
Varignana affascina per la sua bellezza e per i percorsi tematici.
Lasciandosi prendere dall’incanto dei terreni coltivati a ulivi e vigna, ad un tratto, Via Malvezza impone di scalare la marcia e dopo una curva improvvisa appare la Chiesa di San Michele Arcangelo di Casalecchio dei Conti [XVIII sec.].
Nel territorio castellano, si hanno notizie di Casalecchio dei Conti dai documenti della città di Bologna dal 1036.
Nel 1074 e nel 1114 Casalecchio dei Conti si trovava certamente sotto la giurisdizione della chiesa bolognese, come attestato dal fatto che, il Comune di Bologna, il 30 novembre del 1223 divise i comuni e le terre del contado secondo i vari quartieri cittadini e Casalecchio dei Conti si trovò dipendente dal Quartiere di Porta Ravegnana.
Casalecchio dei Conti fu una delle più antiche contee bolognesi, governata da una famiglia di Conti, i più illustri Alberto (1204) e Raniero (1238).
Al principio del secolo XII, si assistette alla concentrazione dei possessi e radicamento territoriale, ponendo il fulcro nei castelli. Così, avvenne nella parte orientale della montagna bolognese, nelle valli dell’Idice e del Sillaro, dove, intorno al castello di Casalecchio dei Conti, e ad altre fortificazioni in direzione del Mugello toscano, i discendenti dei gruppi parentali organizzarono le loro proprietà.
Il castello che rappresentava un sicuro caposaldo, sorgeva dove ora si trova la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, eretta negli anni 1793-1796.
Di recente, il complesso, composto di due corpi è stato ristrutturato: il fabbricato costituente l’antico borgo è stato completamente ricostruito nel dopoguerra, ad esclusione della torre della porta d’ingresso Il secondo corpo è posto ad est, rispetto al fabbricato originario. Il complesso è delimitato da un muraglione in pietra naturale con merlature guelfe.
Per accedere vi sono due ingressi, uno più a monte ed un altro più a valle, percorribile fino al promontorio dove è ubicato il borgo.
Casalecchio dei Conti, è una pagina della nostra storia ed appartiene al “Percorso della Memoria”, che coinvolge i luoghi della Linea Gotica e degli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza.
Il 17-18 e 19 Aprile 1945 questi territori collinari vissero le feroci battaglie della Gaiana e di Casalecchio dei Conti.
All’alba del 19 aprile del 1945, dopo la liberazione di Medicina, sulle colline di Castel San Pietro Terme, gli abitati di Grizzano e Casalecchio dei Conti furono presidiati da circa 1.200 paracadutisti tedeschi della 1a Divisione, i “Diavoli Verdi”, di Montecassino, decisi a non arrendersi.
I soldati italiani, dei Reggimenti 87° e 88° del Gruppo di Combattimento Friuli e del 183° Reggimento Paracadutisti Nembo, del Gruppo di Combattimento Folgore, si batterono valorosamente e spianarono la strada per la liberazione di Bologna.
Dopo una dura battaglia, gli italiani riescono a piegare gli indomabili avversari. Qui pagarono il loro tributo di sangue molti combattenti: morti e un centinaio di feriti tra i soldati italiani della Nembo e svariate decine di paracadutisti tedeschi.
Molti soldati tedeschi, pur di non cadere prigionieri, si uccisero a vicenda all’arma bianca e vennero trovati abbracciati assieme nella morte.
Parallelo alla Chiesa, vi è il camposanto oramai in disuso e chiuso all’ingresso.
Una lapide e il Monumento al Gruppo di Combattimento Friuli sul prato onorano i Caduti della Guerra. Il pannello a fianco del Monumento al GdC Friuli riporta il Grafico della Linea Gotica.
Allungando lo sguardo tra le ferritorie del cancello del camposanto, dove pare che le sepolture siano tutte avvenute a terra, sono visibili ancora le impronte di alcune lapidi. Una in particolare, sovrastata da una enorme croce in pietra arenaria, posta accanto all’ingresso presenta ancora i nomi dei defunti, forse poteva appartenere ad una delle famiglie più facoltose del luogo o forse le ultime sepolture non sono ancora state disseppellite.
E’ tradizione che nel mese di aprile si tengano manifestazioni commemorative.
Testimonianze ancora visibili
- Sugli intonaci delle pareti esterne sono ancora visibili i segni dei proiettili e delle schegge delle granate.
- Nel 2009 la chiesa è stata il set di alcune riprese del film drammatico “L’uomo che verrà” diretto da Giorgio Diritti.
Parlami di tER è una serie di racconti dall’Emilia-Romagna. Sono sguardi d’autore gettati sulla regione da persone che sono nate, vivono o semplicemente si sono innamorate di questa singolare, bellissima, terra con l’anima.
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