“La fotografia è il momento, la sintesi di una situazione, l’istante in cui tutto combacia. È l’ideale fuggevole”. (Elliott Erwitt)
Ironico, ma proprio per questo, attento osservatore della società, dei suoi vezzi e delle sue problematiche, Elliot Erwitt apre con le sue immagini la nuova stagione espositiva di Villa Mussolini, dedicata alla fotografia.
“Niente è più assoluto e relativo, mutevole, universale e altrettanto particolare del tema della ‘Famiglia’”, spiega Biba Giachetti, curatrice della mostra. “Mai come oggi questo universo di rapporti significa tutto e il suo contrario: il senso da attribuire al termine ‘famiglia’ è tanto solido quanto evanescente e delicato”.
Il concetto di famiglia è molto ampio e tocca vari ambiti: sociale, antropologico e psicanalitico.
“E là dove la parola si ferma o si espande a dismisura, può intervenire a tentare di interpretarla lo sguardo della fotografia, da sempre molto legata a questo tema”, aggiunge la curatrice.
Ai tempi di Erwitt questo “nuovo” mezzo di documentazione, andava diffondendosi nella media borghesia, realizzando il desiderio di un racconto privato e personale degli eventi (ritratti di famiglia, matrimoni, ricorrenze), raccolto negli album di famiglia, che erano elemento d’arredo irrinunciabile dei salotti nella prima parte del ‘900.

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